martedì 26 marzo 2013

FINCHE' LE STELLE SARANNO IN CIELO - K. Harmel




Da sempre Rose, nell'attimo prima della sera, nell'ora in cui il cielo si tinge di viola e arancione, volge lo sguardo in alto a cercare la prima stella del crepuscolo. Quella stella, anche adesso che la sua memoria sta svanendo, le permette di ricordare chi è e da dove viene. La riporta alle sue vere radici, agli anni Quaranta, ai suoi diciassette anni, in una pasticceria sulla rive della Senna. Un passato che nessuno conosce. Ma adesso, prima che sia troppo tardi, è venuto il tempo di dar voce al suo ultimo desiderio: ritrovare la sua vera famiglia, a Parigi. E mantenere una lontana promessa. Affida il compito alla giovane Hope, la sua unica nipote. Hope non ha nulla in mano, se non un elenco di nomi, e una ricetta passatale dalla nonna, quella dei dolci dal sapore unico e inconfondibile che da anni prepara nella pasticceria che ha ereditato da Rose a Cape Cod. Ma prima di affidarle la sua memoria e la sua promessa, Rose lascia a Hope qualcosa di inatteso. Una rivelazione. Rose le confessa le proprie origini: non è cattolica, come credeva la nipote, ma ebrea. Ed è sopravvissuta all'Olocausto. Hope è sconvolta ma determinata: l'Olocausto lo conosceva solo attraverso i libri, e mai avrebbe pensato che sua nonna fosse una delle vittime scampate all'eccidio. Ma ora deve partire per Parigi. Perché è tra quei vicoli, tra Places de Vosges, la sinagoga e la moschea, che la nonna si era scambiata una promessa e una speranza. Una promessa che avrà vita finché ci saranno le stelle nel cielo.

Nonostante un inizio un po’ lento la vicenda prosegue poi a ritmo serrato che vi farà divorare le pagine per scoprire se Jakob ce la farà a salutare la sua Rose. Sullo sfondo di un amore senza fine che supera le barriere geografiche e temporali c’è l’Olocausto.
Ho letto molti libri ambientati durante questo periodo, forse uno dei peggiori della storia umana, ma è la prima volta che viene portato alla luce un aspetto singolare di cui troppo poco si è parlato. Durante la Seconda Guerra Mondiale, infatti, molti musulmani aiutarono gli ebrei a salvarsi mimetizzandoli tra la loro gente e agevolando il loro espatrio dai territori invasi dai tedeschi tramite i loro enti religiosi in perfetto accordo con i dettami del Besa. Si tratta di una promessa morale fondata su un alto senso dell’onore e della giustizia; un concetto che si collega all’antico codice albanese della virtù, che impegna ciascuno a portare aiuto a chiunque si trovi in situazioni di difficoltà, senza tener conto della religione, dell’etnia, dello stato sociale o altro.
La storia viene raccontata, a capitoli alternati, dalle due protagoniste, Rose e Hope, nonna e nipote. La prima ci riporta con vari flashback agli anni della guerra, raccontandoci gli antefatti e le decisioni prese; la seconda, invece, partirà dalla lettera della nonna per ricostruire quanto successo in una gara contro il tempo per realizzare l’ultimo desiderio di Rose. L’epilogo vedrà riunire i ricordi di Rose e le scoperte di Hope, donando le chiavi della serenità interiore a entrambe.
La contrapposizione è anche tra due generazioni di donne, la prima, che ha conosciuto il Grande Amore e ha sacrificato la sua vita in nome di esso; la seconda che ha stravolto la sua vita e i suoi obiettivi per rientrare nelle convenzioni dettate dalla società invece che seguire la strada del cuore e dell’istinto. Quest’ultima capirà, una volta conosciuto il sacrificio della nonna, quale sarà la sua strada.
Simpatica anche l’idea di inserire la ricetta di un dolce prodotto dalla pasticceria di famiglia ad inizio di ogni capitolo che ha come protagonista nonna Rose.
Un libro che vi consiglio di leggere… un inno all’amore e al superamento degli ostacoli che la vita ci propone continuamente. Non è mai troppo tardi per ricominciare!!

Voto: 8/10

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